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Migliore amico?
<… non segue le nostre regole, non capisce ciò che gli dico, ha dei comportamenti strani,
non mi rispetta, chiede in continuazione, è parecchio aggressivo, non lo capisco, …>
Secondo voi chi sta parlando? E di chi?
No, non siamo noi a parlare dei cani, bensì sono i cani a parlare di noi… se potessero
parlare la nostra lingua, ovviamente.
Il cane viene spesso e volentieri definito il migliore amico dell'uomo. E se Fido e
compagni potessero parlare, cosa direbbero di noi?
Rispondere a questa domanda è inverosimile, l'unica via d'uscita è comportarci da migliori
amici.
La caratteristica indispensabile che dobbiamo acquisire per comportarci da migliori amici
è il rispetto.
Infatti, solo rispettando i cani per quello che sono e realizzando una volta per tutte
che i cani non sono esseri umani, possiamo sperare di essere i loro migliori amici.
Questo concetto implica che i cani si comportano da cani, che comunicano per mezzo del
loro linguaggio da cane, che non hanno difficoltà a capire i segnali inviati da un altro cane, che pensano come pensano i cani, che vedono il mondo attraverso gli occhi di cane, ecc.
Quindi, i cani non hanno la capacità di comportarsi da esseri umani, non possono comunicare
con il linguaggio tipico degli esseri umani, non hanno la facoltà di capire il linguaggio
parlato degli esseri umani, non pensano come pensano gli esseri umani, non hanno la
possibilità di vedere il mondo come lo vedono gli esseri umani.
E invece noi tendiamo a rendere umani i nostri amici a quattro zampe, investendoli così
di un'enorme responsabilità, che non hanno la possibilità di gestire, proprio perché non
sono esseri umani.
Ciò vuol dire che invece di aiutarli ad inserirsi nel nostro mondo, rendiamo loro la vita
difficile!
Quando torniamo a casa e troviamo i bisogni di Fido sulla moquette della nostra camera
da letto, l'unico vaso di cristallo in mille pezzi, e le scarpe della domenica rosicchiate e innondate di saliva, abbiamo due possibilità di interpretare la situazione: Fido ha fatto apposta (si è vendicato perché non lo abbiamo portato con noi), oppure Fido non ha fatto apposta (ha cercato di calmarsi dallo stress di rimanere a casa solo).
Il nostro pensiero influenza il nostro comportamento futuro, quindi se ci troviamo nel
primo caso la nostra reazione è di sgridare il cane e provare rancore nei suoi confronti, mentre nel secondo caso, non sgridiamo il cane ma cerchiamo di insegnargli a rimanere solo.
Nel primo caso trattiamo il cane da essere umano (gli avevamo spiegato che non potevamo
portarlo con noi e gli abbiamo promesso che saremmo tornati presto, lui si è però vendicato ugualmente e allora l'abbiamo sgridato e lui ha capito perché aveva l'aria colpevole).
Nel secondo caso consideriamo il cane un cane (i cani non hanno la possibilità di provare
sentimenti di vendetta, non possono capire il linguaggio parlato umano, possono leggere i
nostri atteggiamenti e comportarsi di conseguenza; non sarebbe quindi leale sgridarlo, l'unica cosa da fare è aiutarlo).
Con il nostro comportamento, nel primo caso il problema peggiora, mentre nel secondo caso
il problema viene affrontato e presumibilmente risolto.
Quale dei due è l'atteggiamento del migliore amico del cane?
Il primo passo per una relazione sana ed equilibrata con il nostro cane è di accettarlo
per quello che è, e cioè un organismo appartenente alla specie canina e non alla specie umana, quali invece siamo noi.
Essere un cane non vuol dire essere inferiore, vuol dire essere diverso da noi, vuol dire
avere delle caratteristiche che noi non possediamo e vuol dire non possederne altre che invece noi abbiamo.
Certo, abbiamo anche parecchie similitudini (NB, essere simili non significa essere
uguali!), ma sono piuttosto le differenze a cui dobbiamo prestare attenzione.
Finché non apprezzeremo i cani per quello che sono realmente, non potremo essere
considerati i loro migliori amici.
Cerchiamo allora di vedere le situazioni attraverso i loro occhi, ma per questo dobbiamo
imparare a capire un po' meglio il loro mondo…
… arrivederci al prossimo appuntamento!
Alessandra Bourquin
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